Il logo è molto più di un semplice simbolo grafico. È l’elemento visivo che rappresenta il brand, ne comunica i valori e aiuta il pubblico a riconoscerlo e ricordarlo. Scegliere il logo giusto non è solo una questione estetica: può influenzare la percezione del brand e il modo in cui viene recepito dal mercato. Ma qual è il logo giusto? Non esiste una risposta universale. Ogni brand ha esigenze diverse e il logo deve essere coerente con l’identità, il settore e il messaggio che si vuole trasmettere. Per fare una scelta consapevole, bisogna conoscere i vari tipi di logo e capire quale si adatta meglio alla propria strategia di branding.
I principali tipi di logo e quando usarli
Logotipo (Wordmark): il potere del nome

Un logotipo è un logo composto esclusivamente dal nome del brand, scritto in un carattere distintivo. È una scelta efficace quando il nome stesso è unico e riconoscibile. Pensiamo a brand come Google, Coca-Cola o Visa: il loro logo non ha bisogno di simboli aggiuntivi per essere memorabile.
Per funzionare, un logotipo deve avere una tipografia studiata nei minimi dettagli. Il font deve essere leggibile, distintivo e capace di evocare la personalità del brand. Un carattere elegante trasmette un’immagine raffinata, mentre uno più audace comunica energia e modernità.
Questa tipologia di logo è ideale per chi vuole puntare sulla forza del proprio nome, senza elementi grafici che possano distogliere l’attenzione.
Monogramma (Lettermark): sintesi ed eleganza

Alcuni brand hanno nomi lunghi o complessi, difficili da ricordare o da riprodurre graficamente in modo efficace. In questi casi, il monogramma è una soluzione vincente. Un logo basato sulle iniziali, come IBM, HP o NASA, consente di semplificare l’identità visiva senza perdere riconoscibilità.
Affinché un monogramma funzioni, la scelta del font è essenziale. Deve essere leggibile anche in dimensioni ridotte e avere uno stile coerente con il brand. Alcuni loghi giocano con gli spazi negativi o con dettagli grafici minimi per rendere il design più distintivo, mantenendo un aspetto pulito e professionale.
Pittogramma (Brand Mark): la forza di un simbolo

Un pittogramma è un logo basato su un’icona o un simbolo grafico che rappresenta il brand senza bisogno di parole. Apple, Twitter e Nike sono esempi perfetti: i loro loghi sono immediatamente riconoscibili in tutto il mondo, anche senza il nome accanto.
Questa tipologia di logo funziona bene per brand con una forte identità visiva e un’ampia riconoscibilità. Se il pubblico associa immediatamente il simbolo all’azienda, il logo diventa un elemento potente di branding. Ma per arrivare a questo livello di riconoscimento serve una strategia solida e una grande coerenza nell’uso del logo.
Un pittogramma deve essere semplice, versatile e capace di adattarsi a diversi formati senza perdere efficacia. Un simbolo troppo dettagliato rischia di risultare poco leggibile in dimensioni ridotte, mentre uno troppo generico può non trasmettere l’identità del brand.
Logo astratto: personalità e unicità

Simile al pittogramma, il logo astratto utilizza una forma grafica non riconducibile a un oggetto specifico. È una soluzione ideale per chi vuole un simbolo unico, senza legarsi a un’immagine concreta. Brand come Airbnb hanno scelto questa strada, creando loghi che evocano concetti più che oggetti reali.
L’uso del colore, della geometria e degli spazi vuoti gioca un ruolo fondamentale nella progettazione di un logo astratto. Il design deve essere studiato per trasmettere un significato chiaro e rafforzare il messaggio del brand. A differenza di un pittogramma, che spesso rappresenta qualcosa di familiare, un logo astratto deve essere costruito con una strategia ben definita per essere efficace.
Mascotte: il logo che crea connessione

Alcuni brand scelgono di rappresentarsi attraverso una mascotte, un personaggio illustrato che diventa il volto del brand. È una scelta che funziona bene quando si vuole creare un legame emotivo con il pubblico, soprattutto nel settore alimentare, dell’intrattenimento e nei prodotti per bambini.
Tony the Tiger per Kellogg’s, il Colonnello Sanders per KFC o Bibendum per Michelin sono esempi iconici. Una mascotte permette di dare al brand un’identità più umana e vicina alle persone, ma richiede coerenza e un utilizzo strategico nelle comunicazioni. Deve essere ben caratterizzata, riconoscibile e facilmente adattabile a diversi contesti.
Combination Mark: flessibilità e impatto

Un combination mark combina testo e simbolo in un unico logo, offrendo il meglio di entrambi gli elementi. È una soluzione versatile che consente di utilizzare il logo in diverse configurazioni, a seconda del contesto. Brand come Lacoste, Burger King e Adidas usano questa tipologia per ottenere un’identità visiva completa e flessibile.
Un vantaggio dei combination mark è che, nel tempo, il brand può scegliere di usare solo il simbolo senza perdere riconoscibilità. Nike, ad esempio, inizialmente usava il nome accanto allo swoosh, ma oggi può permettersi di usare solo il simbolo senza che il pubblico abbia dubbi sull’identità del marchio.
Questa soluzione è ideale per chi vuole un logo distintivo, senza rinunciare alla chiarezza del nome scritto.
Emblema: tradizione e autorevolezza

L’emblema è un logo in cui il testo è inserito all’interno di uno stemma o di una forma chiusa. È spesso utilizzato da università, istituzioni e brand con una lunga storia, perché trasmette solidità e prestigio. Harvard, BMW e Starbucks sono esempi di brand che hanno scelto questa strada.
Il design di un emblema deve essere bilanciato: troppo elaborato rischia di perdere leggibilità, troppo semplice potrebbe sembrare anonimo. Funziona bene quando il brand vuole comunicare autorevolezza e un senso di appartenenza.
Qual è il logo giusto per il tuo brand fra i tanti tipi di logo?
Non esiste un’unica risposta. La tra i vari tipi di logo dipende dall’identità del brand, dal settore in cui opera e dal messaggio che vuole trasmettere.
Se il nome è forte e distintivo, un logotipo può bastare. Se è lungo o complesso, un monogramma può renderlo più accessibile. Un pittogramma o un logo astratto funzionano quando il brand ha già una forte riconoscibilità visiva. Una mascotte crea un legame emotivo, mentre un combination mark offre versatilità. Un emblema, infine, trasmette storia e autorevolezza.
Qualunque sia la scelta, l’importante è che il logo sia chiaro, distintivo e coerente con la strategia di branding. Un logo efficace non è solo bello da vedere: deve parlare al pubblico e rendere il brand immediatamente riconoscibile. Se non sai scegliere tra i vari tipi di logo quello ideale per valorizzare la tua attività, contattami per una consulenza.